Osteopatia

l’Osteopatia non si accontenta di risolvere il sintomo ma va alla ricerca della causa di ogni sofferenza che può trovare la sua localizzazione anche in un’altra zona del corpo.

Tutti i sistemi sono connessi

L’osteopatia riconosce ed utilizza l’interrelazione infinitamente sensibile e delicata tra tutti i sistemi del corpo (circolatorio, respiratorio, nervoso e cosi via) ed il sistema muscolo scheletrico.

Il sistema muscoloscheletrico

I disturbi del sistema muscolo scheletrico conseguenti ad ogni tipo di trauma (cadute, incidenti dell’infanzia, contusioni, etc..) sono fattori alla base di malattie e disfunzioni viscerali che l’Osteopatia può trattare.

I principi alla base dell’osteopatia

L’approccio osteopatico si basa su tre principi:

1°principio: l’essere umano è un’unità dinamica di funzioni il cui stato di salute è determinato da corpo, mente e spirito. Il tessuto connettivo del sistema corporeo costituisce il veicolo attraverso il quale l’unità dinamica del corpo umano viene espressa e mantenuta.

2°principio: il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e auto guarigione. L’organismo possiede una forza intrinseca che determina la sua guarigione.

3°principio: la struttura e la funzione sono reciprocamente inter-correlate. Qualsiasi distorsione nell’ambito della struttura implica la manifestazione di una disfunzione in qualche parte dell’organismo.

Come si diventa osteopata?

L’Osteopata, si forma durante un percorso di studi che dura dai 5 anni accademici (tempo pieno) ai 6 anni (tempo parziale).

Durante tale percorso accademico il futuro osteopata approfondisce e impara l’anatomia del corpo umano, la fisiologia, per comprendere come funzionano le strutture che ci permettono di compiere le nostre attività quotidiane e capire come siamo fatti nel dettaglio.

Le principali materie di studio sono anatomia, fisiologia, embriologia, istologia, neurologia, patologia, biochimica, biofisica, biomeccanica, ginecologia, pediatria, etc, proprio per conoscere come il corpo ad esempio si modifica dai primi mesi di vita di un lattante fino all’età adulta oppure come si comporta la struttura anatomica di una donna in gravidanza.

A completamento di tutto ciò, il futuro osteopata impara le tecniche manuali utili per ripristinare la corretta motilità e mobilità dei tessuti interessati in una situazione di disequilibrio. Queste tecniche, oltre ad essere apprese durante tutti gli anni formativi, vengono anche messe in pratica anche presso la clinica dell’università, oltre che sui compagni stessi poiché è molto importante la continua pratica per sviluppare sempre di più la sensibilità del tatto, che è fondamentale per individuare quale area del corpo non sta funzionando come dovrebbe.

La diagnosi osteopatica tramite la palpazione

Ecco un cenno di come avviene la palpazione strato dopo strato che può compiere l’osteopata.

Attraverso un tocco lieve, anche leggermente distanziato dalla cute, si percepiscono informazioni relative alla temperatura superficiale; per esempio un’area affetta da una lesione acuta risulterà calda mentre un’area in cui vi è un disturbo cronico, risulterà più fredda rispetto alla cute di altre aree.

Il tocco lieve rivela inoltre l’umidità cutanea, cioè l’attività sudorifera o sebacea della cute. Con una lieve pressione si possono rivelare il tono, l’elasticità ed il turgore della cute. Un approccio lievemente più intenso mette l’esaminatore in comunicazione con i muscoli superficiali e permette di determinare il tono, il turgore, e le condizioni metaboliche. Penetrando ancor più in profondità è possibile studiare in modo analogo gli strati muscolari più profondi. È possibile rilevare le guaine fasciali e le densità.

Nell’addome questo tipo di palpazione fornisce informazioni sullo stato degli organi in esso contenuti. Con una palpazione ancora più profonda, ferma ma delicata, si può entrare in contatto anche con il tessuto osseo.

Come si svolge il trattamento osteopatico

Nel primo incontro, l’osteopata svolge un’attenta anamnesi del paziente.

Ogni evento fisico ed emotivo nella storia della persona, è considerato importante per poter avere un quadro completo ed iniziare a farsi un’idea da dove possa essere nato il sintomo.

Successivamente viene valutata la postura della persona, si osserva com’è posizionato in piedi, se ci sono asimmetrie evidenti e come si muove nello spazio.

Dopo ciò il paziente si sdraia sul lettino e l’osteopata osserva come si appoggia su di esso, l’eventuale presenza di asimmetrie e in tal caso se sono le stesse che si erano notate anche da in piedi.

A questo punto con un approccio palpatorio strato dopo strato, l’osteopata valuta quali sono le strutture anatomiche che non si stanno muovendo come dovrebbero.

Infine l’osteopata si concentra sull’osservazione della mobilità della colonna vertebrale, del cranio e del sacro, che sono molto importanti poiché attraverso essi, il sistema nervoso ortosimpatico e parasimpatico mandano le loro innervazioni agli organi stessi.

Una volta individuate le disfunzioni del paziente si procede con il trattamento osteopatico vero e proprio. Attraverso tecniche manuali specifiche l’osteopata fornisce impulsi correttivi sulle strutture del corpo interessate fino a riportare la situazione del paziente in equilibrio.

Come lavora un osteopata

Come detto prima l’osteopata utilizza in primis un approccio palpatorio per individuare i disturbi più sottili del sistema muscoloscheletrico.

Tali disturbi possono essere ad esempio: le restrizioni della mobilità articolare, delle singole vertebre nonché di altre giunture del corpo; i cambiamenti tissutali conseguenti a disturbi della circolazione arteriosa, del drenaggio venoso e linfatico ed alla restrizione della mobilità dei tessuti molli del corpo.

Quindi attraverso tecniche manuali aiuta il corpo a normalizzare tali disfunzioni. Si tratta di tecniche palpatorie delicate e percettive (tecniche palpatorie è un termine che descrive l’uso abile del senso tattile affinato che viene utilizzato per il trattamento).

L’osteopata può utilizzare un approccio strutturale, un approccio fasciale, un approccio viscerale, un approccio cranio-sacrale, a seconda del tessuto che deve essere trattato e al tipo di stimolo che è utile alla struttura interessata.

Inoltre bisogna sottolineare che l’osteopata è un valido alleato dei pediatri, dei ginecologi, dei neurologi, dei fisioterapisti, degli psicologi, dei gastroenterologi, degli ortopedici, etc.. Collaborando con tali figure è in grado di velocizzare il processo di guarigione o di recupero funzionale del paziente.

Quando rivolgersi ad un osteopata

Quando si presentano disturbi del sistema muscolo-scheletrico

Partendo dal presupposto che l’osteopatia riconosce ed utilizza l’interrelazione infinitamente sensibile e delicata tra tutti i sistemi del corpo (circolatorio, respiratorio, nervoso e così via) ed il sistema muscoloscheletrico, è utile rivolgersi ad un osteopata quando si presentano disturbi del sistema muscoloscheletrico. Tali disturbi sono conseguenti ad ogni tipo di trauma: dai traumi a cui è sottoposto il bambino durante la nascita, alle cadute ed agli incidenti comuni dell’infanzia, agli effetti traumatici degli sport da contatto, a tutte le possibili disfunzioni indotte dall’inopportuno sollevamento di pesi, agli effetti dell’impatto ad alta velocità negli incidenti automobilistici.

Oltre ai disturbi derivanti da traumi bisogna tenere in considerazione che possono essere importanti fattori eziologici di una vasta gamma di malattie e disfunzioni viscerali che è possibile trattare.

I disturbi del sistema muscoloscheletrico potrebbero inoltre essere la conseguenza di posture sbagliate, quali ad esempio le posizioni scorrette assunte dagli studenti, le occupazioni prolungate nella stessa posizione, l’uso inappropriato del corpo nello svolgimento di determinate occupazioni o sport, le prolungate degenze a letto per convalescenze da malattie o traumi, infine le posizioni tenute sotto anestesia durante gli interventi chirurgici.

Quindi dovrebbe essere evidente che i campi di applicazione dell’osteopatia non si limitano ai dolori articolari o muscolari ma è utile anche per le problematiche viscerali. L’osteopatia è molto utile anche come forma preventiva poiché i tessuti alterano il loro stato ancor prima che si manifesti il sintomo; attraverso l’approccio palpatorio, strato dopo strato, è possibile individuare tali tensioni e con tecniche specifiche, stimolare le strutture coinvolte a ripristinare il loro corretto funzionamento. Inoltre osservando attentamente l’atteggiamento posturale, in fase di crescita o già in fase adulta, si può intuire come sta funzionando l’intero organismo e trasmettere una maggiore consapevolezza alla persona stessa di come potrebbe migliorare la propria postura e di conseguenza la funzionalità dell’organismo.

Chi può andare dall’osteopata

L’osteopatia è un valido alleato per tutti

Lattanti, bambini, donne in gravidanza, adulti, sportivi, anziani. In tutte le fasi della vita, l’osteopata è un valido alleato per far sì che l’intero sistema lavori in maniera corretta.

L’osteopatia è una terapia trasversale sia per quanto riguarda l’età, che per quanto riguarda il sesso. Ci si può rivolgere all’osteopata sia per risolvere problematiche che possono insorgere fin dai primi giorni di vita che derivanti da traumi sportivi. L’osteopatia è quindi adatta a tutti, dal bambino in fasce alle future mamme agli sportivi fino agli anziani.

ALCUNI DISTURBI CURABILI CON L’OSTEOPATIA

L’Osteopata, grazie alla sua profonda conoscenza dell’anatomia umana è in grado di individuare di curare sia problematiche quali distorsioni articolari (caviglie, ginocchia, etc..), lesioni dei tessuti molli (contratture, elongazioni, stiramenti muscolari) ma anche disturbi più sottili, come le restrizioni della mobilità articolare delle singole vertebre e di altre giunture del corpo; i cambiamenti tissutali conseguenti ai disturbi della circolazione arteriosa, del drenaggio venoso e linfatico della circolazione arteriosa ed alla restrizione della mobilità dei tessuti molli del corpo.